Mio padre Eliseo Dorbolo’, avendo vissuto per molto tempo a Vernasso, ne aveva sempre sentito parlare da contadini e cacciatori.
Nel 1988 riuscimmo ad individuarla, non senza difficoltà, visto che si trova in una zona isolata e senza evidenti punti di riferimento.
La particolarità di questa incisione è che, oltre alla tria, nella parte inferiore del medesimo blocco di pietra compaiono ben 12 croci a braccia eguali, alcune delle quali presentano le estremità ingrossate, tipiche delle simbologie templari. Altra caratteristica che la rende unica nel suo genere, è che, essendo stata realizzata su un masso di grandi dimensioni non è mai stato possibile spostarla, pertanto si trova esattamente nella sua collocazione originaria. Osservandola, mi ha subito colpito la sua strana posizione rispetto al grosso masso, infatti è totalmente disallineata rispetto alla naturale simmetria del blocco.
Successivamente, con l’ausilio di una bussola, ho verificato che essa risulta invece perfettamente centrata rispetto ai quattro punti cardinali, come se chi l’ha realizzata avesse intenzionalmente deciso di orientarla in base al sorgere ed al calare del sole.
Ritengo che questa tria abbia origini molto antiche, mentre che le altre incisioni siano state aggiunte in epoca successiva.
L’usanza di incidere delle croci, già riscontrata su di una pietra a Pegliano, si può collegare all’antica cerimonia di trasporto dei defunti, dai paesi del fondovalle fino al cimitero di Antro; questo non fa che confermare il grandissimo ruolo di centralità religiosa che la grotta rivestì, sia in epoca di culto Pagano che nel successivo Cristianesimo.