Nel 132a.c. , il console romano Emilio Scuro, nell’intento di consolidare i confini e di contenere le pressioni delle popolazione del nord, aveva dislocato nelle Valli del Natisone numerose truppe legionarie, costituendo un fortilizio su di un’altura in corrispondenza di S.Pietro.
Il sito è stato oggetto di numerose ricerche del Dott.Amelio Tagliaferri, durante le quali sono stati ritrovati numerosi reperti fra cui frammenti di embrici, molte monete romane e molte ghiande missili (proiettili di piombo da combattimento, che venivano scagliati tramite fionde di pelle).
Nel 2003, durante un sopraluogo assieme al mio amico Meraldo, ci capitò di notare, proprio in corrispondenza del sito a quota 291, un albero sradicato dal vento che, cadendo, aveva sollevato il terreno sottostante. Guardando nella buca notai subito degli oggetti fra cui 2 punte di lancia, una fibula (spilla) ed uno strano oggetto in ferro intrecciato.
Decidemmo subito, al fine di preservarli, di rimuovere i reperti e di consegnarli al Museo Archeologico di Cividale del Friuli. In seguito alla Nostra scoperta venne aperto uno scavo archeologico, durante il quale furono rinvenuti altri reperti, fra cui una spada di cui, lo strano oggetto da noi ritrovato, costituiva l’elemento di sostegno alla cintura.
Tutti i reperti risultarono facenti parte di un corredo funerario di un guerriero Celta (300-400 a.c.), a testimonianza che le Valli del Natisone furono, prima che dai romani, abitate e frequentate da popolazioni di origine Celtica.